ROMANZO - CORTO CIRCUITO -
DI IANNILLI LAILA ANTONELLA
IL ROMANZO PER ADESSO E' FUORI CATALOGO VERRA' RIEDITATO ENTRO QUALCHE MESE A GRANDE RICHIESTA...DEI LETTORI
Arabella la protagonista del romanzo, reagisce in maniera scomposta alla scoperta di un male raro che le sconvolge improvvisamente la vita. All'elaborazione dei suoi pensieri una sola idea: l’isolamento totale dal mondo. Una sistematica volenterosa voglia di autodistruzione. Passa da una vita nella quale era cantrice di felice gioiosa fama, musicista di talento acclamata da tutto il mondo, ella stessa un inno alla vita al fato definitivo; il male da cui è colpita. Devastante. Il fisico viene deteriorato esternamente ed interiormente, in maniera significativa. Le cure ci sono, e sono molte. La protagonista in una sorta di catarsi si chiude in un’introspezione dolorosa fatta di vuoti mentali. La rovina economica dovuta alla malattia ed alle inadempienze la distruggono. Annientando tutto ciò che aveva costruito in anni di lavoro. Passa materialmente dalla ricca residenza ad una casa fatta di pochi sassi, circondata da sterpaglie, lontana dalla civiltà.
Il vapore della folle corsa verso una morte ricercata e voluta la avvolge fortemente . Di fronte all'evento della malattia Arabella è lasciata sola da tutti.
Nelle campagne intrise di magniloquenti silenzi, resta spettatrice del disfacimento del suo corpo, che senza quasi alcuna cura per sua decisione degrada dentro e fuori. Diventa colei che entrerà a fare parte di quel coro di uomini e donne " GLI ULTIMI " i disabitati, coloro che vivono ai margini, che muoiono molto prima di morire.
La sua vita in una stamberga minuscola. Nei silenzi melanconici di quei luoghi oscuri, improvvisamente prende forma nell’oscurità del suo vivere un’idea, che suggerisce uno spostamento dall’asse del dolore, dalla prospettiva modulare dell’ annientamento personale come ossessione all’idea della -FENICE CHE RISORGE-
Stringe ancora il sodalizio con la vita. Compagni di questo esito un computer un cellulare, un telefono fisso. Segregata per sua volontà nella stanza sporca e umida con i soliti quattro stracci addosso, si impegna nell'idea ossessiva di ricontattare il suo passato. Esso porta un nome a chiare lettere -la sua famiglia - i fratelli non li vede da anni, depositari di ricordi che per un complicato processo mentale diventano intrisi di rimpianti.
Il gioco diventa confusionale, alcuni aspetti della realtà vengono distorti, Arabella li contatta tramite delle telefonate e non confessa loro ciò che è diventata : una maschera di piaghe, al contrario grazie Marco, come lei disabitato nel fisico e nel cuore,; suo unico interlocutore crea un Arabella digitale, diversa, metafisica, con l’ aiuto dei mezzi digitali elabora le foto ed appare completamente trasformata : babelica, irraggiungibile, altisonante, bellissima, regale, irreale quanto vera, è cosi che si propone alla famiglia.
Il rapporto con i fratelli diviene allucinante e vivissimo. L'interlocuzione con la matrigna che era stata interrotta molti anni prima viene ricatturata in un rapporto unicamente telematico . Essi immaginano Arabella ma non la possono vedere se non nelle fotografie che lei elargisce con generosità . Questa é la regola che con un furbo espediente diventa realtà, ella é per i familiari in questa sorta di trasfigurazione materiale la migliore, l’ amica, la confidente, colei che li indirizza ad un grandioso progetto -IL PROGETTO-
Loro sono molto ricchi ma poveri di spirito, Arabella li plasma a suo piacimento come si forgia il ferro. Impastandoli con l’amore puro, esaudendo un desiderio interiore : la voglia di donarsi e donare in una sorta di sacrificio umano che immola l’ immagine al sogno -UN SOGNO- che porta un nome ”La casa degli invisibili “ Una forza immane di origine sconosciuta emana dalla sua mente, gli squilli del telefono continuati reiterati del cellulare, delle mail, scansionano la sua vita e di contro di quella dei suoi familiari, alla ricerca di lei e delle sue idee magnifiche.
Arabella si ripropone come una donna d’acciaio, pronta a interloquire nella loro vita. Ecco che quando squilla il telefono, il cellulare o arriva una mail diventa eccitazione, come un flipper che continua a giocare a vincere imbucando le palline nel posto giusto. Come una cascata di emozioni rarefatte nel tempo in un turbine in salita. Come fasci di luce che irradiano calore.
Vi è un unico desiderio, nel cuore di Ara creare uno spazio polifunzionale immenso per gli ultimi della terra, gli abbandonati, i dimenticati, un progetto speciale fino all'ossessione fino al black out totale.
I suoi fratelli divinità di un mondo che non le appartiene più. Una visione tragica della vita.
A parte la sofferenza della malattia, tutto prende forma i progetti di Ara si materializzano giorno per giorno, tramite i suoi familiari, lei è la mente. Rappresenta per Mario, Jacopo, Maria, Aldo, Luigi, Edo, Margaretha e Cleo, la sentinella, il ritorno all’ordine nella famiglia. Sarà un malinteso di poco conto che sembra ribaltarsi contro la messa in scena così ben congegnata a creare un black out improvviso.......
IL ROMANZO -CORTO CIRCUITO- DI IANNILLI LAILA ANTONELLA VINCITORE NEL 2014 DEL PRIMO PREMIO PER LA NARRATIVA EDITA AL- TALENT BOOK -CONCORSO INDETTO DALLA CASA EDITRICE IBISKOS EDITRICE RISOLO -FIRENZE -
"In vendita presso le librerie on line o tramite la casa editrice ..Inoltre si può ordinare contattando l'autrice tramite mail...."
dal romanzo-CORTO CIRCUITO-
di iannilli antonella
La grande villa padronale in stile gotico. Uno sbalzo plastico ne delineava il rigoroso concetto architettonico. L'ambientazione chiusa, sembrava proiettare all'infinito la famiglia riunita nello spazio chiarissimo ricolmo di specchi che riflettevano caleidoscopici il gruppo umano. Opere del Mantegna alle pareti, figure di stile umanistico. I paesaggi degli sfondi aspri, amari. Margaretha nel suo abito talare con lo sguardo pensieroso reclinata la testa, pareva smarrita, immersa nei suoi pensieri, Maria vicino al pianoforte le dita leggiadre sulla tastiera, suonava un adagio di Mozart.
Jacopo vicino a Mario in un abbraccio ideale; intrecciato ai pensieri mistici rivolti al “CENTRO DEGLI INVISIBILI”. Voluto da Arabella, fondato da Jacopo redento e abbracciato da tutti loro. In una manifesta voglia di assimilazione altruistica.
Centro d’amore per coloro che nessuno vede. Che dai profondi abissi dell'indigenza tortuosi come gallerie di un labirinto buio urlano il loro profondo disagio. Un esercito trasognato di -vetro rotto- ridotto all'emarginazione da un mondo abnorme bieco contraffatto, affondati nel buio totale dell’abbandono.
Le luci fioche dei lumi dorati nell'immenso salone, fornivano un alone luminoso, temperato, elegante.
Edoardo vicino alla moglie Marzia in una corrispondenza di sentimenti leali. Luigi e Cleopatra mano nella mano, le vesti morbide di lei poggiate sul corpo come velette commemorative di un amore ritrovato, seduti mollemente sul divano di velluto broccato in attesa congiunta con i fratelli, un pensiero univoco che porta un nome - Arabella -
I volti che mutano progressivamente con il passare delle ore in maschere di pietra, i corpi irrigiditi, i volti tesi al grande orologio di ottone dorato del settecento, indicante un nodo da sciogliere nell'immediato. Il tempo che scorre senza alcuna corrispondenza.
Gli sguardi attenti, ispirati, porzioni di pensiero amaro, abbandonati oramai ad una speranza vana. Arabella era desiderata come non mai, eppure non arrivava nessun segno della sua presenza in quel luogo. L’arcata baricentrale con le tende in velluto verde era importante e sontuosa. Simboleggiante la ricchezza immensa di questa famiglia- nuda- di fronte all'attesa estenuante...
Dal romanzo-CORTO CIRCUITO-
di iannilli antonella
Le note colme di oscurità che fuoriuscivano dal violoncello intensificarono lo spazio circostante. Nell'oscurità, un uomo celato tra cespugli incolti, guardava con devozione i fratelli di Arabella, memore dell'amore che nutriva per loro, acutamente sofferente per la fine della donna amata. Marco collocato ai piedi di un maestoso albero attorniato da cespugli spiava quel repertorio umano, piegato, contratto da una sofferenza che lui conosceva bene. Era stupefacente sapere che anch'essi erano lì dove Arabella li avrebbe voluti abbracciare mille volte. Guardava i loro lineamenti: raffinati, tesi, contrastanti. Protagonista neutro si nutriva di questa situazione che la glorificava, come una rivincita sulla vita. Un contrappunto silenzioso, un omaggio d’amore .
.... E proprio loro l’avevano lasciata sola,
Mario, Luigi, Jacopo, Edoardo, seduti per terra la schiena offerta perennemente al muro, non più baldanzosi nel contesto a loro inusuale, si offrivano forse per sempre a un dolore incancellabile, come se quella potesse essere per l’eternità la loro dimora. Una raffigurazione nuova troneggiava in quell'incolta natura. Come in un’allegoria del mondo dei disabitati, proprio in quel luogo “ I FRATELLI “ coglievano la vera essenza degli ultimi, coloro che muoiono prima di morire. Una fisicità nuova cresceva dentro di essi. Un contrappunto silenzioso, un omaggio d’amore.